Giungo in questo paese ancora percorso da queimadas, violenti incendi che a macchia di leopardo devastano la foresta (non solo quella amazzonica), come ogni mattina i telegiornali mostrano impietosi, ma mi pare senza un particolare allarme, che non colgo neppure nelle conversazioni con i colleghi, alcuni vecchi amici, che incontro, a Marilia,nell’enorme Stato di San Paolo, il più importante della Repubblica Federale. È un campus universitario giovane, che ha solo, più o meno, un venticinquennio alle spalle, situato in una zona fino a mezzo secolo fa appartenente alle popolazioni indigene, espulse dall’impetuosa avanzata del progresso (si ricordi il motto sulla bandiera: Ordem e Progresso) alla brasiliana, in un processo di oppressione e compressione di tali popolazioni, al quale, va detto, anche Lula e Dilma (la Rousseff) avevano dato il loro contributo. All’Unesp, campus di Marilia, si svolge il II Convegno della IGS (International Gramsci Society Brasil), con la partecipazione di studiosi e studiose latinoamericane.
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