A cura delle Fondazione Bianciardi e dell’Istituto Gramsci Grosseto
Venerdì 25 maggio, in una sala di Clarisse Arte popolata da un pubblico attento e interessato, Massimo Vedovelli, professore di Didattica delle lingue moderne all’Università di Siena, già rettore dell’Università degli Stranieri, ha tracciato un quadro articolato dell’eredità culturale di Tullio De Mauro. In una conversazione con Stefano Adami e Lucia Matergi, Vedovelli ha messo in evidenza la centralità decisamente attualizzabile dell’opera del grande linguista da poco scomparso, autore, tra le altre numerose opere, della Storia linguistica dell’Italia unita, già ministro della Pubblica Istruzione e accademico di prestigio internazionale. Il messaggio di De Mauro è emerso nella sua capacità di imporsi al centro del dibattito sul nuovo italiano con la forza di una ricerca alla cui base sta l’idea di una lingua in cui naturalità e storicità convivono in equilibrio e garantiscono efficacia espressiva solo quando le parole si ancorano alle cose e ai concetti. Massimo Vedovelli ha convinto i presenti narrando il linguista e l’uomo, concentrandosi sull’idea demauriana del valore democratico della lingua e sulla funzione emancipatoria esercitata sui parlanti, che De Mauro mutua dal pensiero gramsciano e rielabora in una concezione dinamica del linguaggio, di evidente attualità in un Italia dell’accoglienza e in una scuola che si confronta giorno per giorno con il tema dell’integrazione linguistica.